Orologeria tedesca
il primo blog dedicato all'orologeria made in Germany
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made in Germany
Tutima Glashütte
Chronograph Calibro 59 Ufag
“Il cronografo tedesco della Seconda Guerra Mondiale”
- Beppe
- Agosto 19, 2021
L’origine del marchio Tutima non ha un retroscena “romantico” come spesso siamo abituati a leggere nella storia dell’orologeria, nel senso che la sua fondazione non proviene né dall’intuizione di artigiani talentuosi né dalla tradizione di antiche famiglie orologiaie; non questa volta. Tutto ha avuto inizio con gli effetti della crisi economica degli anni ’20 che colpí Glashütte e la Germania intera come conseguenza alla sconfitta della prima guerra mondiale. Dalla sua fondazione nel 1845 per mano di Ferdinand Adolph Lange, il polo manifatturiero di Glashütte ha rappresentato per decenni la massima espressione artigianale nel campo dell’orologeria, la qualitá e la precisione degli orologi da tasca sassoni sono diventati un tratto distintivo riconosciuto in tutto il mondo.
Purtroppo la crisi non risparmió il mercato degli orologi di lusso e seguirono anni di turbolenze e cambiamenti. Molti produttori non riuscirono a sopravvivere alla pesante inflazione e inesorabilmente, si spensero le luci nelle officine di Glashütte. Avviate le procedure fallimentari, le banche creditrici decisero di recuperare i macchinari di precisione e la grossa mole di componenti e ricambi, affidando ad un curatore fallimentare il compito di creare una societá per porre fine alla crisi strutturale. Sotto la guida di Ernst Kurtz, brillante e qualificato avvocato, nasce nel 1926 “UROFA” (Uhren-Rohwerke-Fabrik Glashütte AG) con il compito di traghettare la transizione dalla produzione dell’orologio da tasca a quello da polso e rompere il monopolio dettato dall’orologeria svizzera. Per differenziare la produzione venne deciso di fondare una seconda societá dal nome “UFAG” (Uhrenfabrik Glashütte AG). La prima aveva il compito di produrre e vendere i componenti grezzi mentre la seconda realizzava gli orologi finiti.
Il marchio Tutima, dal latino “tutus” (sicuro/protetto), fece la sua comparsa per la prima volta nel 1930 sul Calibro 52 di UFAG. Il logo “T” e il nome di Glashütte, impressi sul quadrante, indicavano la linea di orologi piú raffinata ed esclusiva di Urofa, ed era rivolta ad un pubblico maschile e femminile piú esigente. Movimenti di manifattura, costruiti in materiale prezioso, vennero acquistati anche dalla Lange&Söhne poiché, negli anni trenta, la linea produttiva propria non era ancora adeguata per la realizzazione di orologi da polso. In breve tempo, la bontá costruttiva degli orologi Tutima verrá apprezzata dal mercato, trovando favore anche nell’irrequieto ambiente politico di Berlino. Con un decreto del Reich, nel 1938 le societá UROFA e UFAG verranno precettate esclusivamente per lo sviluppo di un cronografo da destinare ai piloti dell’aeronautica militare.
Nasce il Calibro 59
Lo sviluppo, iniziato nel 1939, necessitó di due anni di ricerche per soddisfare le precise indicazioni tecniche fornite dal Ministero della Guerra tedesco. Tra le richieste principali, l’orologio doveva garantire una buona precisione, con uno scarto giornaliero compreso tra -3 e +12 secondi. Un altro requisito importante era la robustezza, difatti la cassa, in ottone nichelato, doveva resistere ad una pressione massima di 15 atm per la durata di 90 minuti con temperature di esercizio comprese tra -10 e +40 gradi Celsius.
Il Calibro 59, prodotto dal 1941 al 1945, prevedeva parti integrate prodotte nella fabbrica UFAG di Glashütte, ad esclusione di alcuni piccoli componenti di provenienza svizzera. Non esiste purtroppo un registro o una documentazione precisa della produzione da parte di Tutima, fino ad oggi, le informazioni recuperate provengono dal materiale raccolto dagli appassionati del brand. Indicativamente il numero complessivo di cronografi prodotti a Glashütte é stato di circa 15.000 esemplari, con diverse fasi di produzione dettate dal reperimento dei componenti con l’avanzare della guerra.
Il Calibro 59 di Urofa è stato costruito secondo elevati standard qualitativi e tecnologici da parte di Tutima. Le caratteristiche di base del cronografo includevano lo smistamento tramite ruota a colonne, la funzione Flyback, il bilanciere con viti di compensazione e la spirale Breguet. Anche il fondello a vite, in ottone nichelato, garantiva una protezione contro le infiltrazione d’acqua, sostituito successivamente da uno in acciaio, per far fronte alla corrosione causata dall’umiditá della pelle. Il quadrante, di colore nero con lo schema cronografico bicompax, indicava i secondi sulla sinistra e i trenta minuti sulla destra. Le sfere della minuteria di tipo “cattedrale” così come gli indici, venivano riempite di pasta luminescente (Radio) per migliorare la lettura anche in condizioni di volo notturno.
I primi esemplari prodotti nel 1941 presentavano il numero seriale di partenza 200.000, inciso sia sul movimento che sul fondello. La platina, placcata in oro granuloso, é stata utilizzata nei primi 4.000 esemplari (N°204.000), di cui 1500 dotati del sistema antiurto Shock Resist ma successivamente eliminato come effetto sui tagli ai costi di produzione. Altri elementi identificativi ritrovabile solo nei primi esemplari sono, la corona di carica allungata e il marker triangolare saldato sulla lunetta. Anche il design della cassa non venne risparmiato dalla riduzione dei costi. Inizialmente prodotta con le anse integrate che ben si adattavano alla linea sottile e filante della cassa, venne sostituita da una cassa meno elaborata e con anse cave saldate ad essa. A partire dal seriale N° 207.000 (1942 circa) venne abbandonata la placcatura d’oro della platina a favore di una placcatura in argento. Anche il marker triangolare venne sostituito da un punto di smalto rosso, utile a visualizzare rapidamente i tempi per le rotte oppure calcolare il carburante consumato. La lunga corona di carica posizionata ad ore tre verrá cambiata con una piú corta e larga ma meno esposta ad eventuali urti o danneggiamenti.
Durante il corso della guerra furono apportate diverse innovazioni atte a salvaguardare l’ottima qualitá del Calibro 59, ma dal 1943, con le pesanti perdite inflitte dalla Luftwaffe e il conseguente aumento della domanda, costrinsero Tutima ad apportare un “downgrade” costruttivo garantendone solo la buona funzionalitá complessiva del cronografo. Dalla fine del 1943, con il seriale corrispondente al N°211.000, la preziosa placcatura in argento verrá sostituita da quella piú povera in Nichel, mentre alcuni componenti ricavati dal pieno, come per esempio la molla della leva del cambio oppure la seconda molla del bilanciere, furono sostituite da un economico “filo” in metallo. Queste modifiche saranno presenti sugli esemplari a partire dal seriale N°213.500
Anche il volume costruttivo non poté essere garantito con i soli sforzi degli orologiai di Glashütte, per questa ragione, fu necessario richiedere sostegno a siti produttivi esterni. Alcune ricerche attuali indicano il rinomato polo orologiero di Besançon, cittadina all’epoca situata nella parte occupata della Francia, come luogo preposto all’assemblaggio degli orologi. Altri piccoli lotti, nell’ordine di 100 esemplari al mese, furono assemblati a Dresda e Stoccarda ma alcune corrispondenze rinvenute, tra gli ufficiali delle SS e la Luftwaffe, indicano il termine della collaborazione non oltre il 1944. Tali cronografi sono perfettamente riconoscibili dalla completa assenza del logo Tutima e della scritta Gashütte, lasciando il quadrante completamente libero. Approssivamente il seriale che indica la fine della produzione del 1945 è il N°215.500.
Non è chiaro se le pesanti perdite inflitte all’aviazione tedesca e la relativa mancanza di piloti addestrati abbiano di fatto costretto Tutima a cessare la produzione, ció non cambia che il destino del Tutima Cal.59 sará inesorabilmente legato alla sconfitta della Germania sancita il 8 Maggio del 1945. Con il termine della guerra, le officine di Urofa e Ufag verranno smantellate. Una nuova societá, “Orologi Kurtz”, sará fondata dallo storico amministratore nella cittá di Memmelsdorf nella parte occupata dagli americani. Fino al 1949, anno in cui terminerá la produzione del Cal. 59, verranno assemblati cronografi rivolti al mercato degli Stati Uniti con i componenti grezzi di provenienza Urofa, mentre un’altra parte della produzione verrá acquisita dall’Unione Sovietica. Anche in questo caso le informazioni poco chiare non indicano precisamente la quantitá prodotta, perché col termine della guerra i numeri seriali verranno cambiati. In base ai reperti ritrovati, si stimano siano stati prodotti 2000 esemplari per la Kurtz e circa 1000 per la produzione sovietica.
La storia del Calibro 59 non differisce di molto dalle sorti di altri orologi impiegati durante la guerra. Nonostante le modifiche e le mutazioni apportate durante gli anni, la validitá del progetto ha garantito l’ottima funzionalitá dell’orologio durante le missioni. Purtroppo sono molti gli esemplari andati perduti in battaglia, ma i pochi sopravvissuti, grazie ai segni impressi dal tempo, riescono a raccontare una pagina affascinante e poco conosciuta che ha contribuito a rendere prestigiosa la storia dell’orologeria tedesca.
Specifiche Tecniche
diametro cassa 39 mm altezza 15 mm
altezza calibro 5,4 mm diametro calibro 34 mm
calibro meccanico manuale con 18.000 a/h 2,5 Hz – 17 rubini
Sitografia e Bibliografia
glashuetteuhren.de – glashuette-archiv.de – uhrforum.de
100 Jahre Uhrenindustrie in Glashütte von 1845 bis 1945 Reinhard Meis –
Armbanduhren 100 Jahre Entwicklungsgeschichte Helmut Kahlert
Impeccabile! Grazie per l ottimo lavoro fatto…
Grazie a te per il bel commento, troppo buono!